- I motori di un’astronave
gravitazionale? Stai scherzando, sono parte integrante della carena e
non abbiamo una leva con su scritto automatico/manuale. –
- Non ti scaldare, era solo
un’idea. –
- L’asteroide, inoltre, non
ha una grande massa e quindi il campo attrattivo fa si che anche lui si
muova verso di noi.
- Quindi che tempo di
intercettazione abbiamo? –
- Direi poco meno di
un’ora. –
Loira cercò di riportare un
po’ di calma. – Va bene, ascoltatemi. Evidentemente siamo stati notati e
probabilmente anche loro vogliono effettuare un contatto. Se riescono a
bloccare il nostro computer avranno anche notato che la nostra nave non
è armata e quindi che non abbiamo intenzioni ostili. Io suggerisco di
non farci prendere dal panico e di attendere tranquillamente il momento
del contatto. –
- Sempre se non ci
uccideranno prima. – sentenziò Beryl sempre più allarmato.
- Vista la capacità che
hanno di controllare il computer di bordo…- constatò Derek. - credo che
se avessero voluto ucciderci gli sarebbe bastato comandare l’apertura
del portello della nave e scaraventarci tutti nel vuoto dello spazio. –
- Se possono anche sentirci
non c’è bisogno che gli suggerisci i mille modi per ucciderci. – poi
guardò entrambi. - E va bene, attendiamo il nostro destino con le mani
in mano. –
Trascorsero cinquanta
minuti prima di poter distinguere delle luci provenire dal piccolo
asteroide che adesso si trovava ad un centinaio di metri da loro. Una
specie di portello sembrò aprirsi su di un lato come pronto ad
accogliere l’attracco ormai scontato della Star’s End.
Derek, Loira e Beryl
guardavano fuori dai vetri della nave controllando il loro prossimo
punto d’arrivo.
- Come immaginavo. – disse
Derek. – Quell’asteroide è, con ogni probabilità, di natura artificiale
ed è quasi certamente un avamposto di Gaia. –
- Lo credo anch’io. –
ammise Beryl. – Guarda stiamo per agganciarci a quel modulo di
collegamento. –
- Il quale sembra
compatibile con i moduli di collegamento standard. – fece notare Derek.
– Credo che forse non siano così isolati dal resto della galassia come
pensiamo. –
Un leggero sussulto segnalò
loro che la manovra di attracco era completa e che si trovavano oramai
integralmente agganciati a quell’asteroide artificiale tramite un tubo
flessibile di collegamento.
Dopo qualche minuto di
snervante attesa udirono prima dei rumori provenire dall’esterno del
portello di passaggio situato sul pavimento della nave e poi un
rintuzzare ritmico sul portello stesso.
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