Erano trascorsi circa tre secoli da quando
le prime astronavi gravitazionali erano state prodotte in serie e la
loro uscita aveva rivoluzionato completamente i modi ed i tempi dei
viaggi spaziali.
Prive degli ormai antiquati e voluminosi
motori iperatomici utilizzati per ventimila anni, il loro innovativo
sistema di propulsione traeva energia da ciò che permea l’universo
stesso: la gravità. Ma questi modelli erano anche capaci di generare
antigravità e questo permetteva di svolgere qualsiasi tipo di viaggio
nella più assoluta assenza di vibrazioni e senza la minima percezione di
movimento.
Le vera peculiarità di questi modelli,
però, era il computer. Oltre ad avere delle prestazioni estremamente
superiori ai precedenti modelli, esso disponeva di un’interfaccia
neurale che si collegava mentalmente con il pilota in modo tale da poter
consentire qualsiasi tipo di manovra o altro, senza che quest’ultimo
muovesse un solo dito. Bastava solo che lo pensasse.
La velocità e precisione di calcolo,
infine, dava facoltà di programmare una sequenza continua di passaggi
nell’iperspazio senza il bisogno di ricontrollare le coordinate di
uscita e di entrata dopo ogni balzo.
Questo tipo di modelli fece sì di
abbreviare i tempi di viaggio e, soprattutto, di elevare il potenziale
tecnologico della Fondazione rispetto agli altri pianeti.
La Star’s End, inoltre, era una nave
di ultima generazione, non molto grande ma con tutti i comfort necessari
per viaggiare comodi.
Derek entrò nella stanza di Beryl e si
sedette comodamente sulla poltroncina.
- Ho programmato un solo balzo per giungere
nello spazio kalganiano ed un microbalzo per portarci a circa tre
milioni di chilometri da Kalgan. –
- Tra quanto il balzo? – chiese Beryl
disinteressato, mentre fissava lo schermo del suo computer.
- Un paio di minuti. –
Beryl spense il suo computer e si accomodò
svogliatamente sull’altra poltroncina.
- Cosa speri che possiamo trovare nel
palazzo del Mulo? –
- Ah, saperlo. –
esclamò Derek – Chissà, magari informazioni su come siano andate
veramente le cose al tempo della sua reggenza. Ad esempio, cosa gli
impedì di conquistare tutta la galassia. Se si scontrò con la Seconda
Fondazione, se ci sono altri
come lui e tanto altro. Non so cosa aspettarmi. Magari faremo un buco
nell’acqua e ce ne torneremo su Terminus a mani vuote, per il dispiacere
di Thorndal. –
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