-…Si…signore.
Un
senso di eccitazione s’impossessò di Judh.
-
Va bene, Delonius.saresti in grado di fornirmi le coordinate del pianeta
Aurora utilizzando come centro del nuovo sistema di riferimento il
centro galattico?
-
Molto…impegnativo…risorse precarie.
-
Ti prego di fare uno sforzo. E’ molto importante per me.
Trascorsero
un paio di minuti prima che l’androide si riprendesse dallo stato di
paralisi che sembrava possederlo.
-
Le coordinate sono… - emise un ronzio preoccupante e la sua voce
diventò più metallica. – Angolo del meridiano galattico, theta:
8,321°…Angolo della stella riferita all’equatore galattico, rho:
-6,825°…distanza dal centro galattico, delta: 42,515…anni
luce…percentuale d’errore:…15%
Judh
era a dir poco euforico.
-
Perfetto, Delonius. Mi hai reso un gran servigio.
-
E’…zzz…quello…per cui sono stato…creato…signore…
Le
condizioni dell’androide andavano palesemente peggiorando.
-
C’è qualcosa che posso fare per riparare i tuoi danni?
-
Il dottor…Kelden…Amadiro.
-
Chi è questo Amadiro?
-
…Colui che mi ha…creato…Il massimo esperto…di robotica di
Aurora…Solo lui può…riparare il mio…malfunzionamento…Può…rintracciarlo?
-
Credo sia impossibile, amico mio. A quanto pare il tuo corpo è rimasto
conservato per un periodo, che ad una prima stima, supera i quindicimila
anni. Non credo che il dottor Amadiro sia ancora vivo.
L’androide
ruotò l’unico occhio funzionante più volte a destra e sinistra come
se si stesse, solo in quel momento, domandando dove fosse finito.
-
Capisco…signore. Come mai…sono rimasto per così…tanto tempo…
disattivato?
-
Molto probabilmente quando gli aurorani hanno abbandonato il loro
pianeta per trasferirsi su Trantor hanno prelevato anche il tuo corpo
per custodirlo e mostrarlo ai loro discendenti come reliquia del loro
passato.
-…Vuole
dire che non…mi trovo su…Aurora?
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