Epilogo
Diario personale.
Data terrestre: 30.06.1923.0800
Ultimo aggiornamento.
Oggi ricorre il sesto anno da quando
sono precipitato su quella che poi mi sono reso conto esser la Terra e
mi sorprendo ancora nel pensare al modo in cui è cambiata la mia vita da
quel giorno.
Quando uscii dal guscio di salvataggio
la mia unica priorità era sapere “dove ero finito”. Ma la domanda che mi
ponevo, scoprii in seguito, era errata. In effetti avrei dovuto
domandarmi “quanto ero finito”, perché mio malgrado ebbi modo di
sperimentare cosa voleva dire tentare di fare un balzo nell’iperspazio
all’interno di un intenso campo gravitazionale.
La distorsione gravimetrica, a quanto
pare, sembra che abbia invertito le normali condizioni di un balzo da
“spostamento nello spazio, in tempo nullo” a “spostamento nel tempo, in
spazio nullo” e così anziché spostarmi nello spazio mi sono spostato nel
tempo. In questo caso specifico, inoltre, ho viaggiato nel passato, un
passato così remoto dove la Terra è ancora un pianeta retrogrado che non
conosce il volo spaziale e dove il mio tempo è tuttora un futuro
lontanissimo almeno ventimila anni…incredibile.
Non sono molto pratico sulla fisica
teorica dei viaggi nel tempo, ma ricordo di aver letto che un ipotetico
viaggio nel tempo può condurre nel passato o nel futuro di un universo
parallelo e non necessariamente in quello dell’universo di provenienza.
Francamente non so se in questa linea
temporale in cui sono capitato esisterà un futuro che corrisponda a
quello da cui provengo ma, dopotutto, questo ha ormai poca importanza.
Di una cosa sono comunque certo che la
Palver, dopo il suo secondo balzo iperspaziale nell’’atmosfera, è finita
nel passato della mia stessa linea temporale. Infatti, da alcune
ricerche effettuate, ho scoperto che lo stesso giorno ed alla stessa ora
di quindici anni fa un oggetto sconosciuto è precipitato in un
territorio boscoso molto più ad est, su quella che era la rotta della
Palver, provocando ingenti danni in una zona fortunatamente disabitata.
|