IV

 

 

Terra: Pianeta leggendario di cui non si è mai trovato traccia, ritenuto da molti come il mondo su cui è nato e si è evoluto il genere umano. Molte sono le ipotesi riguardo la sua dislocazione, alcuni ritengono che la Terra sia Trantor stesso e chi invece…

                                                                                                                                                           ENCICLOPEDIA GALATTICA

 

 

 

La  Palver si materializzò agli estremi confini del sistema Sol.

Judh aprì tutti i canali di comunicazione nella speranza di poter captare segnali radio, estese al massimo il raggio di portata dei sensori ed iniziò subito la scansione del sistema Sol per individuarne le sue caratteristiche.

Le letture dei sensori svelarono che il sistema Sol si trovava all’interno di una specie di nube cometaria che sembrava avvolgerlo completamente, quasi come un guscio protettivo. In seguito, dopo essersi avvicinato ulteriormente con un microbalzo che lo portò oltre l’orbita del settimo pianeta, ebbe la conferma della presenza di nove pianeti orbitanti intorno ad una stella di classe G2 e rimase stupefatto, in particolar modo, del sesto pianeta un gigante gassoso con gli anelli di ghiaccio e roccia più grandi che avesse mai visto.

Il successivo microbalzo lo portò nelle zone più interne del sistema, tra la fascia di asteroidi ed il quarto pianeta, primo dei pianeti rocciosi.

Distante duecentoventotto milioni di chilometri dalla sua stella quel pianeta rosso, stabilì subito Judh, non poteva essere la Terra in quanto troppo distante dalla cosiddetta fascia abitabile, quella zona solitamente posta intorno ai centocinquanta milioni di chilometri da una stella che consentiva lo sviluppo delle condizioni ideali per ospitare la vita di tipo umana. Inoltre, sempre secondo alcuni dati in suo possesso, sembrava che la Terra avrebbe dovuto avere un unico grande satellite che orbitava intorno ad essa e non due asteroidi irregolari come quelli che aveva ora sullo schermo.

Effettuò l’ennesimo microbalzo giungendo a cinquecentomila chilometri dal terzo pianeta e finalmente ebbe i riscontri che tanto aspettava.

Quel pianeta si trovava alla giusta distanza, l’unico satellite che vi orbitava aveva un diametro di circa tremilacinquecento chilometri che lo classificava come un planetoide, proprio come avrebbe dovuto essere.

Il pianeta aveva un diametro di dodicimilasettecento chilometri, un inclinazione dell’asse di ventidue gradi e…non riusciva a spiegarselo…le letture dei sensori gli davano dei valori estremamente anomali.

 

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