Le coordinate in suo possesso, comunque,
localizzarono una piccola stella, denominata Sol, di classe spettrale
G2, ospitante un sistema planetario composto da nove pianeti
di cui quattro
rocciosi, cinque gassosi ed uno con un'orbita molto eccentrica
classificato come pianeta periodico. Judh, curiosamente, si domandò se
dal nome di quella stella potesse essere derivato il termine Sole,
l'appellativo che gli abitanti di ogni pianeta danno alla stella intorno
a cui orbitano. Il sistema Sol, dai suoi dati, risultava essere
disabitato ma questa, oramai, era una cosa che avrebbe verificato di
persona.
Nel silenzio più
assoluto la Palver prese quota dal suolo hamiano, l'assoluta
assenza di ogni minima vibrazione e della percezione di movimento davano
a Judh la sensazione che fosse il pianeta ad allontanarsi dall'astronave
e non viceversa.
In pochi minuti si
trovò fuori dall'atmosfera, quindi oltrepassò le stazioni di sbarco
orbitali ed impostò una rotta per raggiungere la distanza minima di
sicurezza per iniziare la sequenza dei balzi.
Subito dopo aver
lasciato l'astronave nelle mani virtuali del computer infilò una mano
dentro la sua blusa e tirò fuori un laccetto legato intorno al collo
alla cui estremità pendeva una piastrina metallica, lunga circa sei
centimetri, larga due e spessa uno. Con un movimento particolare la
attivò ed istantaneamente una fessura circolare, tipo sensore
fotografico, comparve sulla parte frontale. Da quel momento in poi il
lifecorder avrebbe memorizzato,ogni cinque secondi, un'immagine
fotografica a cent'ottanta gradi di ciò che Judh avrebbe avuto davanti,
in modo tale da poter conservare un rapporto fotografico dell'intera
missione. Ma quell'utilissimo dispositivo gli dava, inoltre, anche la
possibilità di registrare commenti audio.
Diario di missione: Terra 1
Data galattica standard: 519.11.03.1400
Mi accingo ad intraprendere questa spedizione alla ricerca della Terra
con un misto
di frenesia e timore forse perché, per la prima volta in una missione,
non so a cosa
vado incontro o forse perché intraprendo una ricerca così lontano da
Hame.
Sono però determinato ad andare fino in fondo perché voglio venire a
conoscenza del
destino del pianeta da cui tutto ha avuto inizio.
Personalmente non credo che la Terra possa costituire una minaccia, così
come crede
qualche mio collega, ma sono convinto che se la mia ricerca dovesse
andare a buon
fine con ogni probabilità dovremo riscrivere la storia pre-imperiale.
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