III
Astronave
gravitazionale: Vascello spaziale di ultima generazione che utilizza
motori antigravitazionali come sistema propulsivo, in sostituzione dei
vecchi motori iperatomici. I motori, disposti all’interno della carena
del vascello, generano un campo anti gravitazionale che consente a
quest’ultimo di scivolare nel vuoto dello spazio o volare nell’atmosfera
planetaria senza far percepire alcuna sensazione di movimento agli
occupanti. Il computer neurale di cui è dotata…
ENCICLOPEDIA GALATTICA
L’astronave Palver si trovava
parcheggiata su una delle piattaforme di atterraggio poste vicino alla
Biblioteca Imperiale in attesa della partenza. Judh aveva passato gli
ultimi sei giorni a perfezionare i dettagli della sua missione. Prima di
tutto trascorse tre giorni con i tecnici navali che avevano in
rimessaggio la Palver, per aggiornarsi sui nuovi sistemi di guida
di quella rivoluzionaria astronave antigravitazionale che, a detta di
molti, avrebbe portato non poche innovazioni nei viaggi stellari. La
Palver, dopotutto, era pur sempre un prototipo, il primo esemplare
costruito era in dotazione al governo di Terminus, e Judh in quei tre
giorni venne istruito più con nozioni teoriche che pratiche sul suo
utilizzo. I tecnici, comunque, lo rassicurarono sulla estrema semplicità
di guida rispetto alle vecchie ed ingombranti navi iperatomiche, grazie
anche all’introduzione dell’interfaccia neurale che, connettendo
mentalmente il pilota al computer di bordo, permetteva un accesso
pressoché immediato ai sistemi di navigazione ed una rapidità di manovra
ineguagliabile.
Il quarto giorno Judh caricò sulla nave le
principali attrezzature che di solito utilizzava nelle sue spedizioni:
un sonar a scansione di elettroni, un datario molecolare, il set di
disgregatori ed un incisore selettivo. Quest’ultimo strumento, in
particolare, era utilissimo dopo aver rilevato un oggetto sottoterra con
il sonar e dopo averlo raggiunto con i disgregatori. Esso era in grado
di disintegrare solo il tipo di materiale selezionato. Era quindi
possibile liberare un oggetto metallico, ceramico o di legno dal
materiale sedimentario che lo rivestiva semplicemente indicando
all’incisore quale tipo di struttura atomica dovesse disintegrare e
quale lasciare intatta.
Ovviamente Judh non sapeva cosa avrebbe
trovato una volta giunto a destinazione, dato che non aveva la minima
idea se il pianeta fosse ancora abitato o meno, ma volle comunque
portarsi dietro tutto il necessario qualora si fosse presentata
l’occasione di eseguire degli scavi per lo meno esplorativi.
Gli ultimi due giorni li trascorse nel suo
appartamento studiando la cartografia stellare di Sirio, il settore in
cui le coordinate fornitegli da Delonius localizzavano la Terra. Il
settore risultava essere uno dei più periferici nonché uno dei più
antichi ed, ovviamente, nella documentazione in suo possesso non c’era
nessun riferimento ad un pianeta chiamato Terra. Il settore Sirio
conteneva, approssimativamente, quattrocentomila sistemi stellari di cui
circa una metà erano sistemi binari o multipli e la rimanente metà
composta da un diciotto percento di stelle giganti, un tredici percento
di stelle nane ed un trentatre percento di stelle con classe spettrale
O, B, A, K, M e quindi non adatte ad ospitare pianeti abitabili.
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