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Non dirmi che…
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Teletrasporto quantistico. – lo anticipò
con una nota d’orgoglio.
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Sei riuscito ad applicarlo in un
cervello positronico?
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Proprio così. Il flusso positronico
opera in modo tale che i positroni in uscita dai ricettori neurali
trasmettano le loro proprietà ai positroni in entrata di altri ricettori
semplicemente teletrasportando le informazioni. Ecco perché il flusso
positronico sembra incostante. I positroni, teletrasportandosi, non
percorrono di fatto la distanza che separa due ricettori ed è questo che
da la sensazione che in quello spazio il flusso sia inesistente. Il
teletrasporto quantistico, insieme alla tua Analisi Intersezionale, sono
il vero segreto del robot umanoide.
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Ora è tutto chiaro. – ne convenne il
collega. – Che percentuale di errore riesce a tollerare il flusso nella
trasmissione delle singole operazioni logiche?
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Non superiore al tre percento.
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E’ un buon margine.
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E’ più che sufficiente.
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Credi funzionerà ?
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Tra poco avremo la risposta. – Si girò
verso Daneel e con tono deciso disse: – Daneel. Esegui la stringa 0 3 0
1 della tua programmazione base.
Daneel
fissò l’uomo dopodiché chiuse gli occhi.
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Cosa gli hai fatto ? – esclamò l’uomo
più lontano mentre si avvicinava al letto su cui giaceva Daneel.
Semplice precauzione,
mio caro Roj. – rispose l’altro con aria compiaciuta. - Vedi, quello che
stiamo sperimentando oggi è un cervello positronico portato oltre quelli
che sono i suoi limiti standard attuali. Per quanto possiamo aver
previsto tutte le possibili variabili con i nostri calcoli teorici
rimane pur sempre un certo margine di imprevisto a cui dobbiamo poter
far fronte in caso di necessità. Durante la programmazione del cervello
di Daneel mi sono cautelato da ogni tipo sorpresa inserendo dei comandi
a riconoscimento vocale a cui l’androide deve ottemperare con la stessa
forza con cui è vincolato dalle Tre Leggi.
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