II
Erano circa le otto di mattina quando
Jorgaard udì quel suono, che lo svegliò di soprassalto.
Aveva passato l’ennesima notte insonne
rimuginando tra mille pensieri girandosi e rigirandosi in un letto che
non voleva saperne di accoglierlo tra le sue lenzuola, ora troppo caldo,
ora troppo scomodo. La sensazione era quella di essersi addormentato
soltanto qualche minuto prima che qualcuno suonasse alla porta della sua
abitazione e, nonostante si fosse ormai messo seduto sul letto, fece
fatica ad aprire gli occhi. La colpa andava anche attribuita ai drink
che Beryl gli aveva proposto in tutti i locali che avevano frequentato
la sera precedente.
Con movimenti lenti scese dal letto e,
barcollando un po’, lanciò una rapida e socchiusa occhiata allo specchio
per osservare il suo aspetto. Impresentabile.
Aveva da pochi giorni compiuto trentasei
anni ma nel fisico e nello spirito si sentiva sicuramente qualche anno
in meno.
Il doppio incarico di consigliere del
Consiglio Direttivo di Terminus e ricercatore storico presso la Società
Editrice Enciclopedia Galattica lo costringeva a passare molto tempo
seduto davanti ad un terminale ma, malgrado tutto, cercava di mantenere
un buon livello di attività sportiva per non perdere la tonicità fisica.
- Beryl, che ci fai a quest’ora qui ? Oggi
non dobbiamo lavorare. – disse trattenendo uno sbadiglio sull’uscio
della porta.
- Dannazione Derek è un’ora che ti chiamo
sul comunicatore ma tu non rispondi. Scommetto che l’hai scollegato di
nuovo? – entrò speditamente dirigendosi verso il tavolino vicino al
divano – Ecco, come immaginavo. Da quando Eileen se ne è andata non
riesci a tenere un minimo d’ordine. –
- Va bene, ho capito Beryl. Non iniziare la
solita predica su Eileen, non a quest’ora. Piuttosto dimmi cosa succede
di tanto urgente da farti piombare qui a quest’ora. –
Beryl spostò alcuni cuscini e si sedette
sulla poltrona.
- Un’ora fa mi ha chiamato Thorndal e mi ha
detto che ci vuole nel suo ufficio per discutere di un incarico
particolarmente delicato. –
- Che genere di incarico? – chiese Jorgaard
sedendosi anche lui
- Non so, non mi ha accennato niente di
particolare, però per chiamarci lui di persona, il direttore della
Società Editrice, in un giorno festivo, mi sembra qualcosa di importante
non credi? –
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