FONDAZIONE ANNO MILLE 
di R. Simone

 

Esse imponevano ad ogni robot un rigido codice di comportamento oltre il quale non potevano spingersi. Un robot non può recare danno ad un essere umano né, tanto meno, attraverso la sua inazione permettere che un essere umano riceva danno era la prima legge, detta anche la legge del “dovere”. Un robot deve sempre eseguire gli ordini di un essere umano a meno che tali ordini non vengano in contrasto con la prima legge era invece la seconda legge detta anche dell’ “obbedienza” ed infine la terza legge, quella della “autoconservazione” diceva che un robot deve proteggere la sua incolumità a meno che questo non vada in contrasto con la prima e la seconda legge.

- Solo tre leggi? – chiese Loira.

- Si, ma molto precise se notate. Gaia in definitiva si attiene, per linee generali, a questo modello di comportamento e per fare questo si è sempre tenuta nascosta al resto dell’umanità, anche quando uno dei nostri abbracciò la brama della conquista della galassia. –

- Vi riferite al Mulo. – disse Derek – o Magni, come si faceva chiamare su Gaia. –

- Precisamente. Fu un evento che ci fece molto soffrire quello, ma non potemmo intervenire per timore di essere scoperti. Facemmo così in modo che la Fondazione segreta… - e si rivolse verso Loira. -… vi ponesse rimedio senza farci uscire allo scoperto. –

Derek alzò una mano per interrompere il monologo di Ramos. – Mi spieghi una cosa Ramos. Nel suo video-confessione il Mulo sosteneva che Gaia non voleva restare per sempre nell’anonimato ma che aveva dei progetti a lungo termine per la galassia. Di cosa parlava ? –

- Qui, amici miei, arriviamo al punto cruciale della questione. Dopo la caduta del primo impero galattico Gaia iniziò ad interrogarsi sulla possibilità di fare qualcosa per venire in aiuto ad una galassia sull’orlo di un caos irreversibile. Ovviamente eravamo a conoscenza del piano ideato dal vostro matematico Hariseldon, ma quella che noi ritenevamo fosse la miglior soluzione era di rendere la galassia un'unica coscienza collettiva così come lo era Gaia, dove ognuno avrebbe vissuto in pace, condividendo il proprio stato di benessere con qualsiasi altro essere vivente. –

Derek si agitò sulla sua poltroncina. – In pratica, allora, volevate che tutti gli abitanti della galassia divenissero come voi. –

- Si. -

Beryl puntò un dito verso Ramos. – Quindi ammettete l’intenzione di imporre il vostro volere al resto della galassia. Ramos, questo su Terminus si chiama “espansionismo coercitivo”. –

 

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