UNA LETTERA PER LA PROSSIMA GENERAZIONE
di Isaac Asimov - 1989
(liberamente
tradotto e adattato da Andrea Ghilardi, seconda revisione 8-2006)
Non posso che chiedere la vostra benevola comprensione. Sarà
difficile nella vostra realtà dei giorni futuri, capire come sia
stato difficile per noi non cadere nel tranello contenuto nel concetto di "sicurezza
nazionale".
E' stato difficile, anche se il ragionamento sembra semplice.
Supponete che, nel 1989 il sindaco di una grande città americana
intraprenda un'azione che chiaramente sia dannosa per l'intera nazione,
ma che egli ritenga necessaria per il bene della sua città.
il governo federale interverrebbe immediatamente perché egli non può anteporre
il bene della propria città a quello della nazione.
La sicurezza nazionale viene anteposta a
quella locale, perché chiaramente se in prospettiva la nazione viene
danneggiata, in seguito anche la città ne subirà le conseguenze. D'altra parte
se la nazione è sicura e prospera anche la città ne trarrà vantaggio,
anche se magari non nel breve periodo.
Alziamoci ora di livello. Cosa
succederebbe se la sicurezza
nazionale degli Stati Uniti (o di un'altra nazione) fosse anteposta alla
sicurezza dell'intera Umanità? Non varrebbe il ragionamento di prima? Può
un paese avere la precedenza su tutta l'Umanità? Se l'Umanità
dovesse perire, non perirebbe forse quella nazione con lei?
Se una nazione taglia una grande foresta tropicale, deteriorando così
la qualità totale dell'atmosfera terrestre, ha il diritto di
agire come vuole? Se uno stato ha costruito delle centrali nucleari
di qualità scadente che potrebbero accidentalmente spargere radioattività
anche fuori dei propri confini, è il bisogno energetico di quel paese una scusa sufficiente?
Non è stato difficile capirlo anche nel 1989. L'abilità
umana di influire negativamente sull'ambiente è cresciuta al punto
che nessuna nazione ha il diritto di farlo a piacere, così nessuna nazione
può più risolvere alcunché di importante senza la collaborazione di altre nazioni. Qualsiasi problema che sia di una
certa importanza è un
problema globale. Qualsiasi soluzione che
abbia una qualche possibilità di avere successo è una
soluzione
globale.
Ma come possiamo liberarci della concezione ormai sorpassata, da 19° secolo, di "sicurezza nazionale"?
Ci fa continuare ad agire
come miopi, concentrandoci su noi stessi ed escludendo l'intera Umanità.
Come porre fine ai sospetti e a gli odi nazionalistici e religiosi, all'antagonismo che
naturalmente ci oppone a chi parla un'altra lingua ed ha altre usanze e
costumi?
"Attendere una crisi
che ci forzi ad agire globalmente
comporta il rischio di farci
agire troppo tardi "
Una possibilità è che con il peggiorare
delle crisi, l'aumento dell'effetto serra, l'inquinamento sempre in crescita e lo
spaventoso incremento demografico, arrivati sull'orlo del disastro totale
il terrore della catastrofe ci spinga ad agire globalmente.
Questa certamente è la peggiore ipotesi, aspettare una crisi
che spinga ad agire globalmente probabilmente ci porterà ad agire
troppo tardi...
Qualcuno di noi del 1989, sente la necessità di qualcosa di positivo e
vitale che possa unire le nazioni nello sforzo di raggiungere qualcosa che
può portare grandi benefici per tutti. Esiste un precedente storico
che può indicarci una soluzione che funzioni? La risposta è sì.
Considerate gli Stati Uniti del 1865. Quattro anni di sanguinosa guerra
civile avevano causato quasi un milione di morti. Gli stati Confederati
del Sud, nonostante lo strenuo impegno bellico, erano stati in fine sopraffatti
dalle superiori risorse del nord ed erano di conseguenza trattati alla
stregua di una nazione conquistata. I Confederati avrebbero mai potuto
perdonare? Sarebbero mai potuti ritornare di buon grado membri convinti
dell'unione? Ebbene lo fecero.
Ci sono ancora nel mondo posti dove vecchie dispute non sono ancora state
dimenticate : l'Irlanda del Nord, Sri Lanka, I Paesi Baschi e molti altri.
Com'è allora che gli Stati Uniti, malgrado tutti i danni e i lutti
auto inflittesi, sono riusciti a superarli e ad andare avanti? La mia opinione è che ciò è dovuto al fatto che
subito dopo la Guerra Civile, arrivò la "Corsa al Grande West".
L'ovest del paese fu colonizzato e reso ricco da gente proveniente
da ogni stato, sia del nord che del sud. Nel grande sforzo comune di costruire
una più grande e potente nazione, i vecchi feudi persero importanza
sembrando a tutti così piccoli, insignificanti se paragonati
all'immensità della frontiera.
Rifarlo oggi? E' possibile. Là fuori,
appena al di fuori dell'atmosfera c'è un'altra frontiera, vastissima
e incomprensibilmente più ricca del "Grande West" americano. Già
nel nostro 1989 alcune nazioni hanno ottenuto alcuni risultati per conto loro.
Gli Stati Uniti e la Russia hanno compiuto grandi imprese. Ma per andare
oltre sono necessarie altre risorse che quelle di un singolo grande paese.
Abbiamo bisogno di cooperazione globale, è necessario lo sforzo
combinato di tutta l'Umanità.
Pensate solo che sarebbe possibile
installare una rete di centrali elettriche solari in orbita, in grado di inviare l'energia raccolta sulla terra.
Energia pulita e a disposizione
di tutti, indipendente dalla geografia. Se queste centrali fossero
costruite con uno sforzo congiunto di tutte le nazioni, l'energia prodotta apparterrebbe a tutti
e ce ne sarebbe a sufficienza per tutti. Tali stazioni solari necessiterebbero
di una manutenzione continua, richiedendo così un impegno
unitario prolungato. Nel caso che seri disordini sulla terra dovessero
interferire, l'energia verrebbe a mancare.
In breve, energia abbondante uguale benessere per tutti, benessere
diffuso uguale cooperazione globale continua e duratura. Avremmo installazioni
minerarie sulla Luna, fabbriche automatiche nello spazio, laboratori scientifici, di monitoraggio ambientale in orbita terrestre e anche insediamenti umani
per centinaia di migliaia di persone.
Dunque la "Corsa all'immensità dello Spazio" di tutte le nazioni, come
la "Corsa al Grande West" di tutti gli stati, ci darà un nobile obiettivo da
raggiungere, riempirà i nostri cuori e le nostre menti di gloria e
soddisfazione, riducendo, passando in secondo piano sospetti
e pregiudizi. E' successo una volta e può accadere ancora.
Voi del futuro lo sapete perché tutto questo per voi è storia.
Vi prego comunque di comprendere come per noi sia stato difficile prevederlo prima che realmente accadesse.
Isaac Asimov