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Essere Asimoviani oggi…

Meditavo da tempo di scrivere due righe indirizzate ai pochi ma affezionati amici di questo sito che si avvicina a compiere otto anni. Un altro anniversario per me importante ricorre quest’anno: fu infatti nel novembre del lontano 1976 che,  in occasione del mio dodicesimo compleanno, ebbi in regalo da parte del mio carissimo nonno una  copia di “Paria dei Cieli” della Libra Editrice, il primo romanzo lungo pubblicato da Isaac Asimov. A essere sincero non  lo capii molto, era il mio primo libro “da adulti” e forse un po’ troppo sofisticato per un ragazzino abituato a leggere Salgari e Verne.

Qualche tempo dopo, verso i sedici anni, lo ripresi in mano e fu una rivelazione: l’inizio di una passione che mi accompagna ancora oggi che sono un po’ meno giovane ma sicuramente più entusiasta di allora.

Questo grande amore mi ha spinto alla lettura di molte delle opere del “Buon Dottore”, come veniva chiamato affettuosamente dagli amici, facendomi scoprire come i suoi lavori fantascientifici fossero la punta dell'iceberg di una produzione divulgativa e saggistica di tema storico, umanistico ma sopratutto scientifico.

Questa è stata la sua grandezza: prendere per mano il lettore con le opere di una fantasia mai troppo irreale per condurlo nel territorio del concreto, facendogli così aprire gli occhi su una visione d’insieme delle problematiche dei nostri tempi.

L’ influenza delle sue idee è stata fondamentale nell’indirizzarmi nella scelta dei miei scarsi studi,  le altre passioni, ma soprattutto ha influenzato il mio modo di vedere le cose del mondo. Una delle sue massime più famose recita:

" Non c'è modo per cui da solo possa salvare il mondo,
ma mi vergognerei di far passare un solo giorno senza provarci"

Questa frase, non certo originale, da sola esprime il significato di un'esistenza e l'eredità che egli ci ha lasciato, giustificando in pieno la  testimonianza, attraverso la scrittura, del suo amore per la vita ed il desiderio di incidere positivamente sulla storia. 
 

Non intendo qui dare vita ad un culto della personalità, una setta religiosa od un partito politico, cosa che egli avrebbe aborrito, ma mettere in risalto la positività del pensiero di un uomo che merita d'essere conosciuto al di là delle opere di una Fantascienza che per lui è stata pure strumento di diffusione del suo messaggio.

 “Penso che la Fantascienza sia l’unica branca letteraria di rilievo che tratta di
come gli esseri umani reagiscono ad ogni cambiamento significativo del livello di
scienza e tecnologia nella società. E’ una letteratura che punta al cuore dei nostri
tempi, perché mai come ora nella storia il nostro mondo sta cambiando velocemente.”

Evitando considerazioni filosofiche sull’ “Asimov pensiero”, possiamo dire che egli è stato un difensore della razionalità scientifica, ma anche umanista e disilluso democratico. Totalmente alieno a  schematizzazioni destra-sinistra è stato un accanito fautore della globalizzazione nell’accezione positiva del termine. Per lui la parola significava la creazione di una forma di governo mondiale che potesse, attraverso scelte anche di tipo non totalmente consensuale, evitare all’umanità le crisi causate dallo sfruttamento scriteriato ed iniquo delle risorse del pianeta.  

Questo governo mondiale avrebbe dovuto attuare politiche  nei vari settori (economici, ambientali, demografici) volte a stabilizzare la situazione  bilanciando e  rendendo più equa la distribuzione delle ricchezze. Parallelamente egli sosteneva l’apertura della frontiera spaziale, lo sfruttamento delle risorse del sistema solare, la creazione di insediamenti umani sulla luna, marte e gli asteroidi. Questa corsa allo spazio che lentamente sta ricominciando nei nostri giorni, avrebbe avuto il compito di fornire non solo risorse materiali (che all’inizio sarebbero limitate a fronte degli investimenti richiesti), ma anche "spirituali" dando una speranza ed una via da seguire alle giovani generazioni .

Sognatore, ma anche estremamente realista al limite del pessimismo, Isaac Asimov ha tracciato una linea di pensiero originale e scomodo per l’uomo del ventunesimo secolo: La sua Fantascienza ci ha fatto capire che niente è immutabile, e che bisogna guardare oltre il domani. La sua Scienza ci ha spiegato che facciamo parte dell’equipaggio di una piccola nave spaziale chiamata Terra  che se non cessiamo di riempire di buchi distruggeremo, ma anche che è inevitabile, visto che esistiamo, farle qualche danno.

 “la scienza può salvarci se usata correttamente ma non ne sono certo… ci sono problemi che si potrebbero rivelare insolubili anche per la scienza e la tecnologia. Ma se se questi strumenti falliscono nient’altro potrà avere successo”

Ciò porta alla caduta dei pregiudizi, delle ideologie totalizzanti, delle utopie e anche  della  religione. Ci spinge ad agire anche nel nostro piccolo per alleviare i mali del pianeta, a lavorare per aprire all’umanità nuove frontiere. Così, con i piedi solidamente ancorati a terra, spingere la propria mente sempre più lontano, spinti dall’amore per la conoscenza. 

Avendo bene in mente quali sono gli obiettivi a breve termine, (globalizzazione, salvaguardia del pianeta e apertura della nuova frontiera spaziale), considerare i problemi realisticamente, con razionalità scientifica ma anche amore per l’umanità, speculare sulle conseguenze di una scelta, e poi agire, imparando dalle conseguenze di ogni azione. Questa è in definitiva l’essenza del pensiero Asimoviano.

Concludo invitando chi fosse interessato ad approfondire questi temi a consultare nel sito i seguenti contributi originali tradotti in italiano e pubblicati in esclusiva da isaacasimov.it:

“Il futuro dell’umanita”   , “The plowboy interview” , “Una lettera per la prossima generazione”

Ovviamente come proprio Asimov ci insegna, non bisogna accettare acriticamente le idee altrui. I documenti in questione, tradotti a livello amatoriale, contengono inesattezze e a tratti appaiono di un’ingenuità disarmante. Sono un esempio parziale ed incompleto di ciò che egli pensava potesse accadere nel futuro prossimo (i nostri giorni). Possono però essere un buon inizio per arricchire anche attraverso la lettura dei suoi molti saggi la conoscenza dei problemi del nostro mondo, lontano, ma poi non troppo, da quello immaginato nei suoi romanzi.

Vi saluto con affetto

 Andrea G.

17 agosto 2006