Incuriosito ho
ordinato il libro e, appena arrivato mi sono buttato nella lettura
con un certo scetticismo. E’ stata una piacevole sorpresa dopo poche
pagine trovarsi “catturato” in un crescendo di emozione come non mi
accadeva da anni, preso da quel rapimento che ti fa dimenticare il
tempo che passa tra le pagine di un libro mentre il tuo desiderio di
immergerti nelle vicende narrate prende il sopravvento sul tutto il
resto…
Ho una sola
parola per descrivere “Hyperion” di Dan Simmons: CAPOLAVORO!
Hyperion, è il
primo libro del ciclo dei “Canti di Hyperion” ed introduce i
protagonisti della storia che si presentano al lettore ciascuno con
un proprio racconto per spiegare agli altri la ragione per cui si
trova li, in procinto di compiere il pellegrinaggio alle
fantomatiche Tombe del Tempo, dei manufatti di origine sconosciuta
che pare siano giunti dal futuro.
La struttura del
racconto è ispirata a quella dei “Racconti di Canterbury”
: ciascun pellegrino si presenta narrando in maniera
vivida, intima e profondamente emozionante la propria storia e la
ragione per cui si trova li . Simmons comunque non trascura, tra un
racconto e l’altro, di tratteggiare la trama dell’universo in cui
si svolgono i fatti, ma lo fa ribaltando i canoni classici della FS
spiazzando il lettore: molti concetti, fatti e tecnologie vengono
inizialmente dati per scontati senza spiegazioni creando un certo
disorientamento.
Nel proseguire
della narrazione i dubbi saranno chiariti e i misteri svelati se si
avrà la pazienza di seguire l’autore attraverso i poderosi volumi
dell’opera creando di volta in volta un piacevole effetto sorpresa
nel lettore.
Simmons è un
maestro nel miscelare sapientemente i temi classici della FS quali
l’espansione umana nello spazio, il rapporto con le Intelligenze
Artificiali e il cyberspazio, il prolungamento della vita umana,
i viaggi nel tempo, aggiungendo però temi più prettamente letterari
come il significato dell’esistenza, il rapporto con la religione e
incredibilmente … l’amore.
Ma ciò che fa
veramente dei “Canti di Hyperion” un esempio unico nel genere FS è
l’uso della poesia, il mio animo di ingegnere si è quasi ribellato
al pensiero che la Fantascienza possa essere stata “contaminata” da
un genere che si potrebbe pensare agli antipodi, ma Simmons mi ha
convinto riuscendo con grande effetto emotivo a farne uno dei binari
principali su cui la scorre la storia, incredibile!
Cosa c’entra il
clone di un poeta romantico del 19° secolo , John Keats, nel
grande disegno del destino dell’umanità del 28° secolo? E i versi
dei poeti Zen, gli stringati Haiku giapponesi? La risposta l’avrete
solo leggendo “I canti”. Ma non temete: la molteplicità di mondi e
ambienti diversi, le grandi battaglie spaziali, armi segrete,
intrighi e complotti non mancheranno per la gioia dei fan.
L’opera è divisa
in due metà, ciascuna composta di due volumi:
1) “Hyperion” e
“La caduta di Hyperion” raccontano del pellegrinaggio alle tombe del
tempo dei sette pellegrini e delle conseguenze che questo avrà sulla
storia dell’umanità. (Hyperion ha vinto il prestigioso premio Hugo,
l'oscar della FS)
2) “Endymion” e
“Il risveglio di Endymion” sono ambientati tre secoli dopo le
vicende dei primi libri con nuovi protagonisti anche se alcuni dei
pellegrini originali sono ancora in vita e ben presenti nella
storia.
Dan Simmons,
scrittore americano di talento famoso sopratutto per i suoi gialli e
gli Horror, pur appoggiandosi sulle spalle dei giganti (nel racconto
inserisce un tributo alle leggi della robotica di Asimov),
rielabora il tema della “Space Opera” in una maniera veramente
originale e toccante facendomi ammettere per la prima volta che
stavolta un allievo è arrivato a superare il maestro… Bravo!
Andrea Ghilardi
- agosto 2017
|